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Informativa della FSAM sulla futura regolamentazione dell’aeromodellismo in Svizzera - Stato ottobre 2018


A giugno di quest’anno, il consigliere nazionale e presidente centrale dell’AeCS Matthias Jauslin ha presentato una Mozione al Consiglio nazionale con la quale si richiede di escludere le attività di aeromodellismo dall’accordo bilaterale sul trasporto aereo tra la UE e la Svizzera continuando a sottoporle alla legislazione nazionale. Purtroppo, con il suo parere espresso in data 5 settembre, il Consiglio federale ha raccomandato al parlamento di respingere la mozione.


La FSAM e l’Aero Club Svizzero sostengono questa mozione in tutti i suoi aspetti. Le ragioni alla base di tale decisione sono, a dir poco, discutibili. Infatti, sembra più essere il risultato di una paura istintiva di mettere altra "carne al fuoco" nelle relazioni con la UE, anziché il frutto di una valutazione ponderata di rischi e interessi.

Non essendo d’accordo con la risposta del Consiglio federale, Matthias Jauslin ha già provveduto a comunicare ufficialmente ad esso la nostra posizione contraria. La mozione è stata quindi inserita fra i punti dell’ordine del giorno del Consiglio nazionale in seno al quale verrà presumibilmente discussa nella sessione della primavera 2019.

Per assicurare un’adeguata gestione della mozione dobbiamo creare fin da adesso le basi necessarie, generando innanzitutto un’eco mediatica finalizzata a illustrare ai parlamentari i nostri obiettivi e a sensibilizzarli al riguardo. A questo proposito la FSAM necessita di un supporto concreto delle associazioni regionali di aeromodellismo, dei club e dei singoli membri. Successivamente provvederemo a dare vita ad un’azione coordinata che ci consenta di affrontare personalmente la questione nelle sedi parlamentari preposte.

Il motivo alla base della mozione è determinato dal fatto che, attualmente, la UE sta delineando un nuovo quadro giuridico volto a regolamentare l’uso dei droni, ma che contempla al tempo stesso anche quello degli aeromodelli.

La FSAM sta collaborando attivamente con le associazioni della UE al fine di poter esercitare questo sport in condizioni adeguate restando in linea con questo quadro giuridico.

In tale contesto, siamo riusciti ad assicurare una serie di modifiche importanti degli ultimi disegni di legge. La UE è al momento impegnata nella revisione della sua proposta e, a breve, dovrebbe essere pubblicato il nuovo disegno di legge. Nonostante le modifiche e le eccezioni da noi ottenute nell’ultimo anno e mezzo, il quadro della UE continua a presentarsi inutilmente complesso e a porre incomprensibilmente restrizioni alla pratica del nostro sport.
Le nuove normative della UE limiteranno ad esempio l’uso degli aeromodelli ad un’altezza massima di 120 metri. Si presumono eventuali eccezioni per i soli membri delle associazioni e dei club. Probabilmente, queste eccezioni non riguarderanno nemmeno tutti i luoghi che ospitano le nostre attività di volo e richiedono comunque procedure complesse. Le nuove normative prevedono inoltre la registrazione e un attestato di idoneità di tutti i piloti di aeromodellismo, il che significa un onere di natura pratica, probabilmente anche finanziaria, per i piloti attuali e un ostacolo per quelli futuri.

L’eccellente bilancio in termini di sicurezza del nostro sport dimostra che i buoni risultati ottenuti derivano dalle condizioni giuridiche quadro presenti in Svizzera e che, pertanto, non richiedono modifiche. Quindi non sussistono né ragioni, né necessità di applicare le nuove normative UE per disciplinare l’uso degli aeromodelli in Svizzera.

Nella sua respinta della mozione, il Consiglio federale esprime la necessità di recepire anche in Svizzera la nuova legislazione UE poiché "solo così si potrà garantire alla crescente industria di droni svizzera l'accesso ai mercati europei". Oltre a questo, il Consiglio federale afferma che non può essere giustificata un’eccezione per l’aeromodellismo in Svizzera rispetto all’Europa "poiché le condizioni quadro per l'aeromodellismo in Svizzera non sono sostanzialmente diverse rispetto a quelle degli Stati membri dell'UE". Il Consiglio federale sostiene inoltre che sarebbe impossibile tracciare "una linea di demarcazione sufficientemente netta tra aeromodellismo e attività di volo dei droni". Il Consiglio federale è dell’avviso che "un’attenta valutazione tra gli interessi economici e le attività del tempo libero debba dare la priorità ai primi". A questo proposito, il Consiglio federale fa anche presente che l’UFAC collaborerà con noi fianco a fianco per garantire "una attuazione pragmatica delle regole in Svizzera con un esiguo onere supplementare per l’aeromodellismo" utilizzando le "numerose agevolazioni per l’aeromodellismo" previste dalla legislazione UE.

L’ipotesi formulata dal Consiglio federale, secondo la quale le condizioni quadro che regolamentano le attività dell’aeromodellismo in Svizzera non si distinguerebbero da quelle applicate negli Stati membri della UE, non è del tutto esatta; è semmai vero che la gran parte dei piloti di aeromodellismo stranieri ci invidiano per la nostra legislazione di impronta razionale e liberale. Non a caso lo spazio aereo svizzero ospita numerosi esperimenti e prove di volo con i droni. Se per molti Stati membri la nuova legislazione UE rappresenta soltanto una leggera restrizione, se non addirittura un alleggerimento (ad es. per la Francia), per la Svizzera costituisce un vero e proprio inasprimento. Grazie alle condizioni geografiche e ad un quadro legislativo più aperto, le attività di aeromodellismo in Svizzera sono molto più varie e diffuse rispetto a molti Stati membri della UE, in alcuni dei quali l’aeromodellismo viene per lo più praticato su aerodromi autorizzati. In Svizzera, le attività si praticano invece negli aerodromi di volo in pendio, in quelli privati, facendo semplicemente accordi con gli agricoltori o in aree remote.

Anche il parere secondo il quale sarebbe impossibile tracciare "una linea di demarcazione sufficientemente netta tra l’aeromodellismo e l’attività di volo dei droni" sembra non essere convincente. La FSAM ha elaborato una bozza concreta che ha trasmesso all’UFAC. Anche la richiesta del consigliere nazionale Candinas (vedere sotto) supportata dal Consiglio federale esige questa separazione. Pertanto, il Consiglio federale si contraddice in questo punto.
È inoltre difficile capire quali siano gli "interessi economici" quando il Consiglio federale stabilisce che: "un’attenta valutazione tra gli interessi economici e le attività del tempo libero debba dare la priorità ai primi". L’esclusione dalla legislazione UE dei soli aeromodelli non danneggia in nessun caso gli interessi economici svizzeri. La collaborazione con la UE continuerebbe a prevedere l’esercizio dei droni e l’accesso dell’industria dei droni svizzera ai mercati europei. Il confronto risulta inoltre essere errato in quanto riduce l’aeromodellismo a una mera "attività per il tempo libero". Questo approccio non riconosce però l’interesse economico a una regolamentazione liberale per aeromodellismo. Come evidenzia espressamente nella sua mozione anche il consigliere nazionale Jauslin: "L'aeromodellismo è molto più di un passatempo o di un'attività del tempo libero: esso fa avvicinare i giovani al mondo dell'aviazione e della tecnica, contribuendo inoltre all'innovazione nel settore dell'aviazione, visto che lo sviluppo di motori elettrici rispettosi dell'ambiente o miglioramenti nell'ambito dell'aerodinamica sono da ricondurre in primo luogo a test effettuati con aeromodelli o a conoscenze acquisite nell'ambito della costruzione di aeromodelli".

La FSAM prosegue la sua collaborazione con l’UFAC per orientare la legislazione UE verso una direzione ragionevole e, per quanto possibile, assicurare anche un recepimento pragmatico in Svizzera. Considerati gli attuali disegni di legge della UE, l’aspettativa del Consiglio federale che ritiene possibile una "attuazione pragmatica delle regole in Svizzera con un esiguo onere supplementare per l’aeromodellismo", pecca tuttavia di ottimismo.

È importante sottolineare che la FSAM riconosce la necessità di definire chiare prescrizioni che regolamentino l’esercizio dei droni, in particolare a fronte del numero crescente di incidenti e della necessità di dare avvio a una serie di riflessioni sulla protezione della sfera privata. Tali regole, sono state ad esempio richieste con la mozione Candinas . Questa richiesta, che è stata accolta sia dal consiglio nazionale che da quello degli Stati e interessantemente sostenuta anche dal Consiglio federale, spiega tuttavia in modo chiaro di evitare l’approccio della UE, che mette sullo stesso piano aeromodelli tradizionali e droni, e di continuare ad applicare i regolamenti svizzeri di evidente spirito liberale.

Il Consiglio federale deve provvedere a una chiara definizione delle sue priorità. La Svizzera non ha nulla da perdere, bensì molto da guadagnare, escludendo l’aeromodellismo dal campo di applicazione dell’accordo bilaterale sul trasporto aereo.



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